sabato 6 giugno 2009

La famiglia palestra di perdono

"Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello se pecca contro di me" (Mt 18,21-22). E ancora: "Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, l Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Mt 6,14-15)
Le parole che Gesù pronuncia sul perdono sono rivolte, in particolare, alla famiglia in quanto é in seno ad essa che la pace passa attraverso i fatti quotidiani.
Al "principio" il peccato aveva rotto la comunione e così avviene anche oggi. I coniugi cristiani non sono esenti dal vivere conflitti, le tensioni, le offese e i tradimenti che feriscono non solo la relazione coniugale ma anche il rapporto e la fiducia dei figli. Il matrimonio é un viaggio a due in un paese sconosciuto che inizia il giorno delle nozze. Soltanto lungo il percorso gli sposi si rendono conto che soltanto con la forza dello Spirito Santo e con l'aiuto di Gesù, presenti nella relazione coniugale, sono in grado di superare le asperità del terreno a causa dell'immaturità, della poca responsabilità e della fragilità di ognuno.
Ogni matrimonio ha la sua storia che é sempre "in divenire", tra ripetute incomprensioni, difficoltà e crisi che possono essere motivo di crescita e di maturazione ma anche di sfaldamento. La comunione coniugale é dono di Dio che incessantemente ravviva l'alleanza con gli sposi tra loro offrendo il suo perdono e invitandoli a donarselo reciprocamente per crescere in maturità e santità.
Il perdono non banalizza l'amore ma lo rinnova purificandolo ed elevandolo sull'esempio di Gesù che dall'alto della croce, rivolgendosi al Padre dice: "Padre, perdona loro perché non sanno cosa fanno". Gesù ha perdonato coinvolgendo il Padre nella sua storia: così deve avvenire tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli ecc... Per poter veramente perdonare occorre mettersi alla presenza di Dio, chiedere umilmente allo Spirito Santo il dono della sapienza e del discernimento per porsi al posto dell'altro in atteggiamento di parità per evitare di far cadere la responsabilità del litigio solo sul coniuge. Il perdono va sempre donato ma anche sempre accolto come un dono d'amore perché in una crisi c'é sempre un concorso più o meno grave di colpevolezza, come il non aver tenuto conto del nervosismo, delle attese del coniuge, della stanchezza, ecc.
Si racconta che il rabbino Meher-Baba fece ai suoi discepoli questa domanda: "Perché le persone quando litigano gridano?". I discepoli diedero molte risposte ma nessuna di esse era quella giusta. Alla fine il rabbino spiegò: "Quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire la distanza dei cori si mettono ad urlare nel tentativo di sentirsi più vicini; e più sono arrabbiate, più gridano per superare la loro distanza. Che cosa succede invece quando due persone si innamorano? Non gridano, parlano dolcemente, perché i loro cuori sono molto vicini. E quanto più si amano tanto meno parlano, ma sussurrano e si guardano negli occhi. Alla fine non hanno bisogno di lunghi discorsi perché lasciano parlare il loro cuore. Quando discutete non lasciate che i vostri cuori si allontanino; non dite parole che aumentino la distanza. Così facendo, infatti potreste diventare incapaci a riavvicinarvi. Abbracciatevi, invece, guardandovi negli occhi e state vicini, tenendovi per mano e stringendole forte. E' questo il modo per superare la distanza".
L'amore é gratuità, libertà, mai imposizione (cf Osea 2,18), e il matrimonio é palestra in cui si cresce nell'amore di Dio, accogliendo le diversità come ricchezza, imparando a costruire la relazione sulle positività evitando critiche e mutismi, accettando consigli, parlandosi con gentilezza, ecc.
E' stato detto che il perdono é la "moneta" di Di in cui da un lato é scritto: "alzati e cammina" dall'alto: "ti sono rimessi i tuoi peccati". Occorre accettare la propria situazione in modo attivo: riprendere il cammino conoscendo le proprie ed altrui fragilità confidando nello Spirito Santo che sa aprire nuove ed inedite vie per rendere l'amore bello e indissolubile.
La famiglia é il luogo in cui si cresce facendo esperienza della gratuità, della tenerezza, del perdono, della preghiera e della benedizione. Dal comportamento responsabile dei genitori i figli, apprendono che l'amore é grazia, é attenzione, é rispetto, é compassione, ma é anche fatica che fa crescere, maturare e rendere responsabili delle proprie azioni. Il perdono é l'espressione più alta dell'amore e deve diventare uno stile di vita che rende liberi dalle rivendicazioni grette ed egoistiche per sentirsi nel cuore di Dio.

"Se non condivido la tua vita, la mia si complica.
se non ti cammino accanto, mi affatico.
se non ti comprendo, mi confondo.
se ti ferisco, mi sento lacerato.
se ti escludo, perdo le radici.
se ti trascuro, mi sento ingiusto.
se non percorro la tua strada, smarrisco la mia.
Ti ascolto e mi ritrovo saggio.
ti ringrazio e diveno più ricco.
ti parlo e guarisco le mie ferite.
Ho fiducia in te e cresce la mia speranza.
ti accarezzo e mi sento appagato.
mi consegno a te e mi sento protetto.
ti stimo e sento di valere.
ti guardo con purezza e comprendo ciò che é sacro.
ti sono fedele e mi sento genitore affidabile.
cerco la tua anima e trovo la mia.
cerco di essere più degno di te e mi sento degno di Dio.
Prego per e e Dio mi sorride".
Rosalba Biondini

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