mercoledì 10 giugno 2009

TESTIMONIANZA


Sto vivendo un momento di pausa, a casa, dopo aver subito un intervento al piede.Ne sto approfittando per leggere diversi articoli di Città Nuova (negli anni ne avevo accumulati molti...), che parlano in particolare dell'educazione dei figli (con 4 figli fra i 15 e i 20 anni, l'argomento mi interessa molto...), articoli di Ezio Aceti, di Nedo Pozzi, di G.Fumagalli, ecc. Quanta luce! Quanta sapienza! Non posso far altro che ringraziare l'Eterno Padre per avermi fatto conoscere il Movimento dei Focolari: lì ho scoperto come si vive un ideale grande come quello dell'Amore e dell'Unità. E che pedagogia stupenda nasce dall'amore! Se il mondo si rendesse conto di questo, quante cose cambierebbero!!
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Sono sempre più consapevole che genitori non si nasce, ma lo si diventa stando coi figli, accettando di crescere con loro e anche grazie a loro.

Ma l'amore per i figli per essere fecondo, deve nutrirsi con una buona dose di umiltà, un pizzico di fede, qualche amico che condivide con te le stesse esperienze o le ha già vissute, tanta preghiera, e delle buone conoscenze sui metodi educativi, soprattutto nell'età dell'adolescenza.

Sto attraversando un periodo in cui il rapporto tra me, Stefano e le due figlie (19 e 15 aa) é più difficile del solito.
Nonostante si cerchi il dialogo, loro ti rispondono male, spesso apostrofandoti con durezza...

Dentro di te rimane un accumulo di sentimenti, anche non belli...: senso di impotenza, rabbia, incomprensione, sensi di colpa che ti fanno chiedere "Ma dove ho sbagliato?... Se tornassi indietro... Ma perché i figli degli altri sono (o sembrano) migliori..." e alla fine ti viene solo da piangere!
A questo punto ti chiedi se sia giusto sorvolare o dire qualcosa...
C'é un momento in cui vedi solo buio, riconosci quell'abbandono... "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato!"... e ti rimane solo la preghiera, una preghiera molto particolare: nonostante l'abbandono, ti senti amata... forse perché rimane solo Lui... e a Lui solo puoi dare tutto...

Una sera ne parlo con Stefano, insieme decidiamo di mettere tutto nel cuore di Dio, perché solo Lui sa cosa sia meglio fare, solo Lui può illuminare quel buio...
L'indomani decido di chiarire con ognuna delle figlie, separatamente, cercando di perdere tutte le mie idee, per poterle capire meglio.
Con semplicità, ma anche con autorevolezza, esprimo il mio pensiero sul loro comportamento. Ascoltano. In seguito le ritrovo più aperte, più disponibili, e io mi sento nei loro confronti più vera, più libera.
Mi sembra di capire che la strada per poter essere genitore è rapportarmi coi figli, non accampando diritti di ascolto (centinaia di consigli o prediche), ma vivendo per loro, per il loro bene.
Solo così ti rendi conto che é vero: l'Amore é sempre fecondo, può trasformare quelli che amano e anche coloro che amiamo.


Aggiungo questo scritto di Nedo Pozzi:
"Quando i figli arrivano in fondo all'adolescenza e devono trovarsi uno spazio di affermazione personale, le tensioni sono all'ordine del giorno e possono provocare gravi sofferenze. E' il momento di generarli un'altra volta, amandoli come sono, andando oltre la delusione, le apparenti sconfitte ed il senso di fallimento. Errori tutti ne compiamo, ma non sempre il fatto di raccogliere spine dove si credeva di aver seminato fiori, dipende dai nostri sbagli. Se li amiamo per davvero (ed é possibile incominciare anche adesso, all'ultima ora) prima o poi si abbandoneranno all'Arciere, per usare la metafora di Gibran


"Voi (genitori) siete gli archi, da cui i vostri figli come frecce vive sono scoccate

L'Arciere vi piega e vi flette con la sua forza,

perché le sue frecce vadano veloci e lontane.

Fate che sia gioioso e lieto questo vostro essere piegati

dalla mano dell'Arciere,

perché, come ama la freccia che scaglia,

così ama l'arco che é saldo".

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