"Se Gesù é il maestro, un dovere dei genitori cristiani sarà quello di guardare a Lui per imparare come educare".
"Se ameranno con la carità di Dio, la carità di chi ama per primo, senza aspettarsi nulla. E' un amore questo che non lascia mai indifferenti".
Le parole dei genitori devono sempre incoraggiare, essere cariche di speranza, positive, devono manifestare tutta la loro certezza nella ripresa dei propri figli... Gesù lascia libertà e responsabilità di decisione, come fa quando incontra il giovane ricco.
Non si devono mai imporre le proprie idee, ma offrirle con amore, come espressione d'amore...
I figli sono prima di tutto figli di Dio e non nostri.
Non vanno trattati quindi come nostro possesso, ma come persone a noi affidate.
"Chi ama suo figlio é pronto a correggerlo", é scritto nel libro Sacro dei Proverbi, guai se non si corregge! L'ammonimento dato con pace, con calma, con distacco, pesa sulla responsabilità dei figli che se ne ricorderanno. Bastano poche parole suggerite da un amore vero, puro, disinteressato. E poi... la misericordia del padre e della madre in una famiglia deve arrivare a saper veramente dimenticare, al "tutto copre" della carità di Dio.
Dio si fa sentire nel cuore dei nostri figli. Ed essi reagiscono positivamente solo alla verità, quando questa viene loro presentata con un linguaggio ad essi accessibile e ad essi accettabile, perché espresso da genitori che, prima di insegnare, hanno fatto lo sforzo di capire e condividere.
E' importante mettere i nostri figli fra le Sue braccia, sicuri che lui colmerà i vuoti che abbiamo lasciato nel nostro cammino e giungerà dove noi non abbiamo saputo e potuto arrivare.
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